A poca distanza dalla strada bianca che collega Castiglion Fibocchi a Gello Biscardo si trovano i suggestivi ruderi della Pieve di San Quirico in Alfiano.
Fu pieve importante in epoca medievale, da essa dipendevano sei chiese, tra cui la cappella del castello dei “Figli di Bocco” e la chiesa di San Pietro a Pezzano. Non si conosce una data precisa della sua fondazione, comunque è databile XI secolo e va a sostituire una chiesa paleocristiana. Come tutte le pievi di quest’epoca viene edificata nei pressi di una viabilità importante: nelle vicinanze passava l’importante Cassia Vetus che in questa zona aveva una deviazione verso il Casentino. Si potrebbe ipotizzare per la Pieve di San Quirico in Alfiano (detta anche sopr’Arno per la sua posizione vicina ed elevata rispetto al fiume) una storia parallela a quella di Castiglion Fibocchi. Nascono insieme perché ogni castello aveva bisogno di una sua pieve per il popolo, decadono insieme quando nel 1384 la Repubblica Fiorentina, dopo aver fondato le Terre Nuove in Valdarno, estende il suo dominio al territorio aretino. Ma mentre Castiglion Fibocchi, seppure politicamente in modo diverso, può “continuare a vivere”, la Pieve di San Quirico, lontana ormai dalla viabilità che contava, ha pochi motivi per continuare ad esistere e così viene ben presto lasciata in abbandono.
Oggi, grazie all’impulso dato dall’Unione dei Comuni del Pratomagno che ne ha finanziato i primi studi ed indagini archeologiche, ma soprattutto grazie alla passione di due giovani archeologi: la dott. Francesca Fabbrini ed il dott. Salvatore Bussu, che a partire dalla primavera del 2013 hanno dato inizio ad una campagna di studio ed indagine, si può affermare che siamo di fronte ad una a dir poco importante testimonianza che, già dalle prime risultanze, promette di gettare nuova luce su un monumento religioso di assoluta rilevanza storica, per troppo tempo dimenticato.
Già dai primi reperti lapidei e ceramici rinvenuti subito al di sotto dello “strato di crollo”, ma ancor più dalle tracce di murature sottostanti a detto strato, si può ipotizzare come la chiesa ad oggi visibile, sia il frutto di una ri-costruzione di una chiesa preesistente. Se la prosecuzione delle indagini dovesse dare certezza di quanto oggi appena visibile, sarebbe certamente confermata la datazione quanto meno tra IV e V sec. della chiesa originaria. Questa breve scheda è quindi da considerare “in divenire”!